La chiesa di S. Biagio è documentata nel Codice Diplomatico Cavense in un atto del 1040, con il quale si concedevano in beneficio al presbitero Stefano due terreni appartenenti alla chiesa salernitana dei Ss. Matteo e Tommaso posti nel territorio di Montecorvino, nel luogo detto “baccarecze”, confinanti con un vallone che confluisce nel “ribus qui dicitur tranusu” da un lato e dall’altro con il medesimo Trauso. Il “ballone” che vi confluisce è identificabile con l’attuale Vallone S. Maffeo, il quale congiungendosi poco al disotto con il Trauso, non lontano dalla “Masseria S. Biagio, rinchiude una collinetta coperta da un rigoglioso uliveto. Sulla sommità di questa altura si trovano i ruderi di una cappella della quale si conserva l’abside e i lacerti delle mura perimetrali. La <<ecclesia sancti blasii>> del 1040 è <<constructa in uno torellum, ubi silbitella est>>, cioè proprio su una collinetta, laddove era un boschetto. Alla luce di queste coincidenze è plausibile ipotizzare che la cappellina di S. Biagio del documento era posta sulla stessa collina dove oggi si rinvengono i ruderi suddetti.
L’abbandono in seguito delle curtis contigue alla chiesa da parte dei coloni provocò la sua decadenza con conseguente deperimento della struttura ecclesiastica e dei suoi beni. Nel Ratio Decimarum, infatti, non risulta nessuna chiesa dedicata a S. Biase.
Successivamente venne ricostruita e dotata di beni dalla famiglia salernitana dei Capograsso, che risulta proprietaria del Beneficio. Nel maggio 1562,” il rev. D. Ottavio Capograsso, Beneficato della chiesa di S. Biase di Montecorvino, assegna in fitto al nobile Remedio Diomelodiede una terra appartenente al detto Beneficio, in pertinenza di Montecorvino e proprio nel luogo detto S. Biase, dove è essa Chiesa fino al vallone di Contra. Il Diomelodiede deve coltivare il terreno e cacciare il bosco ivi presente con ferro e foco”.
Nel XVIII secolo, il Beneficio era una dei più ricchi di Montecorvino, avendo una rendita di ben 743. L’edificio, invece, era abbandonato, costringendo il suo rettore a celebrare messa in altre chiese di Montecorvino o di Salerno.
 
 
Estratto da A. D’Arminio – L. Scarpiello – R. Vassallo – C. Vasso, Arcipretura di Montecorvino. Un Millennio Cristiano, Battipaglia 2006.