LA CHIESA DI S.AMBROGIO DI MONTECORVINO ROVELLA

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Chi da Montecorvino Rovella si reca a Giffoni Valle Piana, può osservare sulla destra i monti di Gauro, Faito e Migliara, la Grotta del Salvatore , luogo di culto dalla notte dei tempi. Sulla sinistra il Monte Nebulano con le rovine di un suo antico Castello che ha conosciuto la successione delle varie dinastie: Romani, Longobardi,Normanni, Angioini e Aragonesi. Tra le due località vi è la Vallata di Sant’Andrea attraversata da un piccolo corso d’acqua, il Rienna che si riversa nel Picentino, luogo di confine tra i due succitati Comuni.
In un’ansa del Rienna, tra canneti, salici e qualche pioppo, sommerso di spine e di rovi,si ergeva un rudere poi interpretato come un’antica chiesetta ( oggi diventata una splendida realtà).
Lasciamo la descrizione del rudere a quanto pubblicato alle pagg. 14e 15 di un libretto dell’Archeoclub, redatto dal prof. Geremia Paraggio : “ Le mura laterali sono quasi complete e permettono di leggere il disegno costruttivo. L’abside a est è sorprendentemente intatta. I pieni prevalgono decisamente sui vuoti , ma l’insieme acquista un aspetto di gradevole equilibrio per le snelle finestre, alte,coronate da archi a tutto sesto……………La fila delle finestrelle….contribuisce ad alleggerire la parte alta della parete. La parete di fondo, quella che ospita l’ampio arco dell’abside è alleggerita da due nicchie ben proporzionate e costruite con sapienza e spiccato senso decorativo, per i gradevoli effetti cromatici ottenuti con una scelta di ben squadrati conci chiari e scuri. E’ visibile un dislivello tra presbiterio ed aula che risultano sfalsati da tre gradini. La nicchia a sinistra dell’officiante pres14233039_1650279248617683_115804625114446227_nenta tracce di affresco a palinsesto, cioè un primo strato di intonaco ricoperto, in epoca successiva da un secondo affresco. L’originale era una croce dipinta arricchita da preziosismi grafici, il secondo affresco rappresenta un personaggio, un santo del quale si intravede la mano.” Segue nelle pagine successive descrizione dell’affresco ed importanti conclusioni per il restauro da operare.
Comunque, nel 1989, la Soprintendenza ai Bass di Salerno ed Avellino affidò un primo restauro conservativo alla restauratrice salernitana Raffaella Spirito, dopo che i volontari dell’Archeoclub sotto attenta e competente direzione dei lavori avevano completamente ripulito il rudere.
Succesivamente, sempre su incarico della Sopraintendenza, un idoneo finanziamento ha provveduto alla realizzazione di un progetto di recupero ad opera dell’Architetto Anna Gallo.
Durante i lavori di ricostruzione sono state rinvenute intorno al perimetro del tempietto alcune tombe risalenti al periodo longobardo che hanno consentito uno studio approfondito di questa grande scoperta che, nello stesso tempo, ha rafforzato la convinzione che la Chiesetta è databile tra il IX ed il X secolo.
Da diversi anni la Chiesetta di Sant’Ambrogio è stata restituita ai montecorvinesi in tutta la sua bellezza e la sua maestosità. E’ diventata frequente luogo di visite guidate e di frequenti convegni di eccellente interesse culturale. Premesso che, come mia abitudine, non farò nomi per non incorrere in involontarie innocenti omissioni, è doveroso un vivo plauso all’Archeoclub ed alla Pro Loco di Montecorvino Rovella, gelosi custodi di quello splendido tempio che il nostro Parroco intende anche restituire al culto.
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