Cenni storici sulla Confraternita Le Confraternite sono associazioni cristiane fondate con lo scopo di suscitare l’aggregazione tra i fedeli, di esercitare opere di pietà e di carità e di incrementare il culto. Sono costituite canonicamente in una Chiesa con un decreto dell’Autorità Ecclesiastica.
I componenti conservano lo stato laicale e rimangono nella vita secolare. Sorsero e si affermarono per fornire una pubblica assistenza in soccorso dei ceti sociali più disagiati e sentivano impellente il bisogno di ben operare per amore e timore di Dio, per cui si associarono per aiutarsi reciprocamente. Le Confraternite si assunsero anche altri numerosi compiti sociali oltre l’assistenza ai poveri, agli orfani, agli ammalati, alle giovani a rischio,esse, forti finanziariamente per lasciti e donazioni e contribuzione dei confratelli, poterono fondare ospizi per poveri e pellegrini, chiese, oratori, monumenti, istruzione religiosa e gestione dei luoghi di sepoltura. Diedero grande impulso alle arti, alla musica, al canto liturgico ed erano particolarmente assidue alle sacre rappresentazioni, indirizzate principalmente alla morte e passione di Cristo ed alla sua SS. Madre, la Madonna ( di qui i numerosi nomi : SS. Sacramento, Corpo di Cristo,SS. Rosario, SS. Addolorata, ecc….) , non mancarono anche Confraternite dedicate a Santi ( San Rocco S. Filippo Neri, S. Sofia, S. Rosalia, ecc….) A Montecorvino, nel XVI secolo, erano attive circa 15 Confraternite e la loro sussistenza era direttamente collegata con le vicende della famiglia o famiglie nobiliari di appartenenza.
Il declino di queste ultime comportò, già alla fine del XVIII secolo, la scomparsa di almeno la metà dei sod
Presso l’Archivio di Stato di Napoli da un documento datato 12 marzo 1888, si rileva che esistevano intorno alla metà del 1500, due Confraternite in Sant’Eustachio, rispettivamente del SS. Sacramento e SS. Rosario, di natura laicale. Dal testamento di Romano Rubino del 27 maggio 1554, del casale Cornea, (Notaio Felice D’Alessio 1553/1580 – fasc. 3250/3255) si legge che lo stesso in letto giacente ed in corpore languente, raccomanda ai figli di dare alla Confraternita del SS. Sacramento di S. Eustachio, di cui è fratello, della cera e delle candele ed 1 carlino, mentre a lui si deve l’estrema unzione, il patenaggio, la sepoltura e la messa. Da una bolla del Vescovo di Acerno del 6 ottobre 1591, risulta riconosciuta nella stessa località un’altra Confraternita sotto il titolo del SS. Corpo di Cristo sin dal 9 maggio 1559.
Le due confraternite operavano su un territorio composto da tre frazioni ( Molenadi, Cornea e Ferrari ) con una popolazione di circa 1200 abitanti e seppure operassero su binari paralleli e con il controllo della stessa autorità religiosa, avevano ingaggiato sotto sotto una sana competizione per l’accaparramento degli iscritti, e su questo influiva l’importanza della o delle famiglie dominanti, il lustro ed il decoro dei personaggi più rappresentativi, lo sfarzo delle cerimonie religiose, l’autodisciplina e la presenza assidua nei momenti liturgici forti. Quindi, da quanto sopra esposto, originariamente le Confraternite in Sant’Eustachio erano due e soltanto da un decreto emesso dal Regio Tribunale Misto del 3 luglio 1766, troviamo le due Confraternite unite con una diversa denominazione che è quella attuale: Corpo di Cristo e SS. Rosario.
Le motivazioni della fusione vanno ricercate nel particolare periodo storico che favoriva l’emigrazione di molte famiglie dominanti nella Capitale del Regno ( Napoli ) e fece seguito l’inevitabile sbandamento dei fratelli iscritti che, addirittura, nel 1774, per mancanza di essi, ne determinarono la soppressione. Fu l’ostinata energia del Priore dell’epoca Nunziante De Filitto che mantenne in vita giuridicamente la Confraternita tra mille sacrifici anche nel periodo delle leggi eversive del 1806 ed essa sopravvisse con alterne vicende e con un sempre fluttuante numero di iscritti che non fu mai stabile e costante. Il 29 maggio 1881, grazie all’impegno di due illustri concittadini, il prof. Giuseppe Avallone ed il Parroco Raffaele Nicastro, le funzioni ripresero in pieno e il 4 settembre dello stesso anno venne approvato lo Statuto, integrato da un’altra delibera del 1930. Sin da allora, nonostante le avversità del II conflitto mondiale e la difficile ripresa economica, la Confraternita ha avuto una costante continuità, diretta amorevolmente con competenza e saggezza da tutte le amministrazioni citate nella pubblicazione del 1992 che saranno integrate prossimamente e di cui faremo veloce cenno dei soli priori. Ogni fratello meriterebbe una citazione a parte per il proprio operato effettuato con impegno e grande abnegazione, ma sarebbe un’impresa molto ardua.
Ci limitiamo anche per particolare volere dell’attuale amministrazione ad onorare la memoria di chi ci ha lasciato e di chi si è tanto distinto per il prestigio e il decoro del sodalizio. Dal 1 luglio 1980 la Confraternita si riunisce in una propria sede ubicata a sinistra della Chiesa nella bella piazzetta di Sant’Eustachio.