Alla fine del Seicento gli abitanti di Votraci manifestarono al Vescovo di Acerno l’intenzione di voler riparare e fornire la chiesa di S. Bernardino di tutto il necessario per celebrare la messa nei giorni festivi. L’iniziativa fu accolta dal Capitolo di S. Pietro tanto che nel 1718 era funzionante e frequentata dalla popolazione.
Nonostante gli sforzi degli abitanti del Casale di rendere S. Bernardino più accogliente e funzionale, la sua condizione rimase quella di chiesa secondaria. Infatti essa per buona parte del Settecento risulta nelle visite pastorali priva del SS. Sacramento e di un sacerdote addetto stabilmente alla sua cura.
Per mutare questa incresciosa situazione i notabili di Votraci, prima fra tutti l’Arciprete d. Fabio Franchini, “supplicarono Mons. Calandrelli, vescovo di Acerno, per la restaurazione e nuova fabbrica di una chiesetta sotto il titolo di S. Bernardino, sita in detto Casale”, affinché “non solo si potesse celebrare il Sacrificio della Messa, ma benanche riponerci nella medesima il SS Sacramento per potersi dare il viatico in caso di necessità”. Il Vescovo, presa a cuore la richiesta dei figliani di Votraci, si adoperò presso il Monte Reale della Venerazione del Santissimo Sacramento di Napoli, al fine di ottenere “qualche elemosina” per il restauro di S. Bernardino.
Ricevuta dal suddetto Monte una polizza di 100 ducati, il prelato esortò i richiedenti affinché cercassero un “mastro fabbricatore” che portasse a termine l’opera. I “richiedenti” per adempiere tale richiesta, indissero rapidamente una pubblica asta dove ne uscì vincitore “Mastro Ciriaco Sorrentino” per un prezzo di duc. 112 e grana 50. Al momento di stipulare il contratto con il Sorrentino “per loro disgrazia passò all’altra vita il cennato Vescovo Calandrelli, a cui trovasi intestata l’anzidetta polisetta di Banco, e non si è potuto obbligar e comandare il ridetto Sorrentino, ma trovandosi destinate persone per tale atto”.
Per evitare la perdita del denaro stanziato inoltrarono una petizione all’Università, affinché i suoi organi di governo eleggessero due persone a cui affidare il ruolo di Procuratori. Le persone incaricate dal Sindaco e dagli Eletti furono il Can. D Giuseppe Franchini e Nicola Provenza, i quali, compiuti le dovute operazioni per acquisire il denaro concesso dal Monte, stipularono l’atto notarile con “mastro Ciriaco” l’8 settembre 1797. I lavori commissionati all’Appaltatore consistevano nel rafforzamento della struttura, in una nuova tettoia ed alcuni abbellimenti interni, ovvero la realizzazione di una volta a botte, due finti archi e l’intonaco delle pareti.
Nonostante la realizzazione di questi lavori e le continue richieste dei figliani di Votraci, S. Bernardino rimase semplice chiesa per buona parte dell’Ottocento. Nel 1868, in un periodo di forte crisi per la Diocesi di Salerno, l’Arcivescovo Antonio Salomone decise di esaudire i desideri e le continue richieste del Capitolo di S. Pietro e degli abitanti di Votraci, erigendo S. Bernardino a Parrocchia.
L’Arcivescovo di Salerno, Mons. Antonio Salomone con bolla di arcivescovile del 3 Luglio 1868 eresse S. Bernardino di Votraci come nuova parrocchia di Montecorvino.
Estratto da A. D’Arminio-V. Cardine-L. Scarpiello, Chiese di Montecorvino e Gauro. Istituzioni religiose e vita sociale nella Diocesi di Acerno, Montecorvino Rovella febbraio 2018, pp. 53-54.
Per consultare il documento sull’erezione della parrocchia di S. Bernardino di Votraci vedi il sito montecorvinostoria.it. alla voce borghi: Votraci.
fonte:montecorvinostoria.it