La chiesa di S. Luca
Nella masseria della famiglia Meo vi è una piccola chiesetta settecentesca dedicata a S. Luca.
Una cappella dedicata al santo era già esistente nel 1216, quando è citata l’omonima località.
Nel 1308, il cappellano incaricato alla sua gestione era il presbitero Jacono Gofrridus, il quale riceve una congrua di tarì XV. Nel corso del Medioevo viene abbandonata per scarsità di beni e per negligenza dei proprietari. Difatti nel 1584 fra le chiese elencate da D. Camillo Aiutolo non è citata nessuna dedicata al Santo. Nel Settecento I ruderi dell’edificio sacro erano posti in una proprietà della chiesa di S. Pietro e precisamente nel luogo detto la Tribuna di S. Luca.
Nei primi decenni del XVIII secolo, D. Felicia Franchini e i figli D. Gregorio, D. Francesco, D. Antonio e D. Biase costruiscono nella loro masseria di S. Luca una cappella dedicata all’omonimo santo, dotandola di beni e del necessario al culto.
Nel 1732 il Visitatore arcivescovile trova la chiesa in buono stato e fornita di tutto l’occorrente alla celebrazione delle funzioni religiose.
Nel 1744, l’arciprete D. Antonio Di Giorgio dona alla “cappella di S. Luca un corpo stabile acciò che la medesima stesse sempre ben guarnita ed ornata di suppellettoli necessari alla celebrazione delle messe e abbia una rendita necessaria per potersi celebrare ogni anno quattro messe nel giorno del glorioso apostolo Luca e per potersi ancora far dire altre 16 messe in tutti giorni festivi dal 15 giugno al 15 agosto”.
Alla morte di Donna Felicia Franchino, nella divisione del patrimonio del 1756, la chiesetta viene assegnata al figlio D. Biase Di Giorgio.
Nel 1760 D. Gaetano Savino, Convisitatore, si reca nella cappella rurale di S. Luca Evangelista “di Jus Patronato del Magn. D. Biase Di Giorgio. Al suo interno trova l’altare con l’effige del medesimo Santo, dotato di vaso sacro, suppellettoli e altri parati. Ordina a D. Biase di provvedere di nuovi fiori e messale romano, pena la multa di duc. 10”.