Quanto sono amabili le tue dimore, Signore”.
« Un paese senza Chiesa è un paese senz’anima».
Questa frase, scritta in un componimento da un ragazzo di terza media, la trovo assolutamente vera. La Chiesa nei nostri paesi è uno degli elementi essenziali, connaturali alla vita della gente: è il luogo dove si vivono in modo intenso e comunitario i momenti più lieti e più tristi della vita; è il luogo dove il popolo ritrova la sua unità profonda, perché ognuno la Chiesa la sente come sua e nessuno vi è considerato come estraneo.
È il luogo inoltre che con le lapidi, i dipinti, le statue, i marmi intarsiati racchiude gli elementi più antichi e più preziosi della storia di un paese.
Tutto questo e in una maniera profonda e diffusa, rappresentava per i Montecorvinesi la Chiesa di S. Pietro.
Anche per me che vi ero parroco da soli due anni era diventata una cosa importante, molto importante; per quelli poi che vi sono stati battezzati, vi sono cresciuti spiritualmente e umanamente, si sono accostati per la prima volta all’altare, che hanno celebrato li il proprio matrimonio e il battesimo dei propri figli, era molto più di una Chiesa, era il luogo caro a cui, più che ad ogni altro, si era effettivamente legati.
Le lacrime che sgorgavano spontanee dagli occhi quando, attoniti e ammutoliti dal dolore, abbiamo constatato che quella costruzione così imponente in pochi attimi era stata completamente distrutta, erano espressione di tutto questo e di tanti altri sentimenti che ognu- no di noi ancora si porta dentro.
La Chiesa di S. Pietro, ricca di arte e di storia, era veramente il cuore del nostro paese, il centro dell’unità di tutti noi.
Adesso che questa Chiesa non c’è più sorge spontaneo in ognuno di noi il desiderio, la voglia di ricostruire, di riprendere, di ricominciare: non può finire nel nulla e nel disinteresse ciò che è stato così caro, così amato.
La domanda che spesso mi sento ripetere da tanti quando ricostruiamo la Chiesa? mentre esprime questo desiderio, è anche la garanzia che la fede e l’amore alla Chiesa di tutti i Montecorvinesi saranno le forze necessarie per superare tutte le difficoltà e poter ricostruire, bella come prima, la Chiesa di S. Pietro.
In questo ci aiuti il Signore, ci sia vicino con il suo materno sguardo la Madonna e ci assistano con la loro potente intercessione S. PIETRO e S. PAOLO.
Sac. Gerardo Senatore
Era domenica, una giornata caldissima, di mattina, nella sede della Pro Loco in Via Diaz, di fronte al Bar Roma, si tennero le elezioni del nuovo Consiglio
di Amministrazione. Il sudore abbondava sulla fronte dei partecipanti e qualcuno sventolava il fazzoletto. Armando Cavallo, disse che era il giorno ideale per fare un bagno. L’entusiasmo dei nuovi eletti, si trasferì nel pomeriggio, con una riunione straordinaria che determinò una bella programmazione per le imminenti festività natalizie.
Alle 19 tornai a casa e sdraiato, mi misi a vedere la partita in differita, Inter Juventus vinta dalla Juve per tre a zero. Alle 19,34, improvvisamente, il pavimento si mise a ballare fortemente ed i muri di casa oscillavano facendoci perdere l’equilibrio. Mi fermo qua, per non rivivere quei momenti terribili.
Tutti in strada. Da San Pietro era venuto un grande boato, simile ad un’esplosione e si vide una enorme nuvola di polvere che dopo circa un’ora si diradò . “ E’ caruta a Chiesa di San Pietro !” grida, pianti , tutti fummo assaliti da una disperazione immensa. Presagendo un disastro immane perché era l’ora in cui si celebrava ancora la S. Messa. Nessuno osava avventurarsi sul ponte per raggiungere il luogo e ci si affidava a notizie frammentarie che andavano da nessun morto a molti morti.
L’alba del giorno dopo, mostrò una chiesa distrutta, crollata interamente, con i due Santi Pietro e Paolo intatti sui loro basamenti sui fianchi dell’Altare , anch’esso distrutto.
Don Gerardo, piangente, raccontava un grande miracolo : Aveva terminato la celebrazione cinque minuti prima perché doveva partecipare ad una festa. In Chiesa c’erano circa 50 persone, qualcuno disse 80.
Montecorvino, era stata risparmiata dalla catastrofe : nessun morto, anche se molti danni strutturali. Allora si ringraziarono i due Santi risorti illesi dalle macerie e la Madonna dell’Eterno che protegge questo Paese col suo sacro manto. Infatti il giorno 8 dicembre, successivo, giorno dell’Immacolata, partì una processione da Piazza Umberto I diretta al Santuario per ringraziamento della Sua Benedetta Protezione.
Ai fratelli colpiti, dico coraggio ! Rialziamo la testa per dimostrare la nostra dignità , capaci di affrontare un dolore immenso confortato, fortunatamente, da tanti Angeli !